
Eusapia Palladino fu una delle figure più controverse e affascinanti dell’Europa tra Otto e Novecento. Medium spiritica di fama internazionale, visse per gran parte della sua vita a Napoli, dove morì il 14 maggio 1918, in via Benedetto Cairoli. La sua storia personale è segnata da traumi, povertà e un’irrefrenabile ascesa nel mondo dello spiritismo internazionale.
Nata nel 1854 a Minervino Murge, in Puglia, Eusapia ebbe un’infanzia tragica. La madre morì poco dopo il parto, mentre il padre fu assassinato dai briganti davanti ai suoi occhi. Due traumi cranici subiti da bambina – uno per una caduta dal letto, l’altro per una percosse della nonna – furono, secondo lei, l’origine dei suoi poteri medianici.
L’arrivo a Napoli e l’inizio delle sedute spiritiche
Nel 1870, appena sedicenne, Eusapia si trasferì a Napoli e trovò lavoro come balia presso la famiglia Mingaldi, ferventi appassionati di spiritismo. Durante una seduta in cui venne coinvolta per caso, si manifestarono fenomeni inspiegabili: oggetti che volavano, voci di defunti, tavoli che si muovevano. La notizia dei suoi poteri si diffuse rapidamente, e presto la Palladino divenne una celebrità a livello nazionale e poi internazionale.
Eusapia Palladino e la scienza
L’Europa positivista non poteva restare indifferente. Il mondo accademico si divise tra ammiratori e scettici. Scienziati come Cesare Lombroso, Charles Richet e persino i coniugi Curie parteciparono alle sue sedute. Le sue manifestazioni medianiche includevano levitazioni, materializzazioni di spiriti, apparizioni di oggetti (“apporti”) e comunicazioni con il suo spirito guida, l’anima del pirata John King.
Anche il musicista Claude Debussy e lo scrittore Arthur Conan Doyle, creatore di Sherlock Holmes, furono profondamente colpiti da lei. Doyle, nel 1926, la citò nella sua opera History of Spiritualism come uno dei fenomeni più autentici del paranormale.
Verifiche scientifiche e controversie
Molti scienziati, desiderosi di “smascherare” i suoi poteri o comprenderli, sottoposero Eusapia a sedute in ambienti controllati. Venne legata, osservata da più persone, fotografata, eppure i fenomeni continuarono.
Un rapporto stilato nel 1902 da docenti dell’Università di Palermo afferma:
“Al buio, a uno di noi fu tolta la sedia malgrado resistesse con forza. Riaccesa la luce, la sedia era sul tavolo. Rifatto buio, tornò al suo posto, e il proprietario fu costretto a risiedervisi.”
Questi esperimenti non bastarono a fugare i dubbi. In alcune occasioni fu accusata di frode, ma i suoi sostenitori parlavano piuttosto di un indebolimento dei poteri con l’età.
Un enigma umano
Eusapia Palladino era descritta da Cesare Lombroso come:
“Assolutamente unica, imprevedibile, ininterpretabile.”
Semianalfabeta, poco incline alla pulizia, arrogante ma capace di parlare con disinvoltura di metafisica, affascinava e irritava al tempo stesso. Era generosa con i poveri ma impenetrabile per gli studiosi. Un vero enigma umano e scientifico.
Il declino e la morte
Negli ultimi anni della sua vita, Eusapia si ritirò nella sua casa di via Cairoli. Sposò un commerciante di vini, che morì poco dopo. Abbandonato lo spiritismo, si rifugiò nella solitudine. Amava passeggiare nel cimitero acattolico di via Santa Maria della Fede, oggi trasformato in giardino pubblico. I vicini, ignari del suo passato, la chiamavano “’a Signora de’ muort”.
Morì il 14 maggio 1918. Si dice che il suo spirito ancora oggi si aggiri tra le tombe del vecchio cimitero. Una leggenda urbana che aggiunge mistero a un’esistenza già straordinaria.
Eusapia Palladino fu una donna che visse ai margini e al centro della storia al tempo stesso. La scienza non è mai riuscita a dare una spiegazione definitiva ai fenomeni da lei prodotti. Truffa, suggestione o reali poteri paranormali? Il mistero resta. E forse, come lei stessa avrebbe detto,
“è buono accussì!”