“Questi fantasmi!” di Eduardo De Filippo: illusione, realtà e spiriti partenopei

Questi Fantasmi, Ritratto di Eduardo De Filippo. Carboncino su carta di Antonio Nacarlo

Il teatro come poesia vivente

Una famosa citazione di Federico García Lorca recita: “Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana.” Eduardo De Filippo, maestro del teatro italiano, ha incarnato questo concetto nelle sue opere, permeate di umanità. A differenza del padre Eduardo Scarpetta e proprio come l’amico Raffaele Viviani, De Filippo ha saputo partire da situazioni comiche per poi virare verso riflessioni amare sulla condizione umana.

Temi e poetica pre-bellica di Eduardo

Nella fase pre-bellica, Eduardo tocca temi simili a quelli di Pirandello, analizzando l’uomo e le maschere sociali che indossa. La commedia “Uomo e galantuomo” (1924) è un chiaro esempio: i personaggi, spinti dalla necessità o dalla convenzione, adottano identità diverse, rivelando l’ipocrisia della vita quotidiana.

La maturazione del dopoguerra

Nel dopoguerra, Eduardo diventa un intellettuale a tutto tondo. Le sue opere come “Napoli milionaria!” e “Filomena Marturano” affrontano temi universali come la sofferenza e la speranza. Il teatro di Eduardo diventa simbolico, superando tempo e spazio.

“Questi fantasmi!”: la Napoli sospesa tra sogno e realtà

“Questi fantasmi!”, scritta nel 1946, è una delle commedie più affascinanti e complesse. Rappresenta un ponte tra la Napoli poetica di inizio Novecento e quella più disincantata del dopoguerra. Il protagonista, Pasquale Lo Jacono, si trasferisce con la moglie Maria in un palazzo apparentemente infestato, dove vivrà esperienze ai limiti del reale.

“Questi fantasmi!” Il simbolismo del fantasma e la leggenda napoletana

Il fantasma diventa metafora delle illusioni perdute. Eduardo mescola due leggende napoletane: quella di Maria d’Avalos (uccisa a Palazzo Sansevero) e di Bianca, murata viva a Palazzo Spinelli. Questi racconti folklorici si intrecciano nella costruzione della casa infestata di Pasquale.

“Questi fantasmi!” Il munaciello: spirito e superstizione

Lo Jacono trova misteriosamente soldi in casa, attribuendoli al fantasma benevolo. Qui emerge il mito del munaciello, spirito domestico napoletano che porta fortuna a chi lo rispetta. Questo elemento conferisce alla commedia una dimensione magico-religiosa molto radicata nel territorio partenopeo.

Pasquale Lo Jacono: illuso o consapevole?

Pasquale rappresenta l’uomo che preferisce credere nella magia piuttosto che affrontare la realtà: la moglie lo tradisce, e i soldi sono solo il prezzo del suo silenzio. Ma lui si aggrappa all’illusione, perché ha bisogno di crederci, perché senza sogni si muore.

“Questi fantasmi!” Il monologo finale: la poesia della disperazione

Nel toccante monologo finale, Lo Jacono si confessa al fantasma, rivelando la sua umanità ferita e il bisogno disperato di dignità. Questa scena è il cuore emotivo della commedia e mostra la forza catartica del teatro.

Conclusione: realismo magico alla napoletana

“Questi fantasmi!” è un capolavoro di realismo magico. Eduardo De Filippo ci racconta una Napoli che vive tra disincanto e superstizione, tra verità e sogno. Pasquale Lo Jacono è l’ultimo romantico, l’uomo che ci ricorda quanto sia importante continuare a credere anche quando tutto sembra perduto.

"Questi fantasmi!"
“Questi fantasmi!” Disegno di Antonio Nacarlo
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