Marcello Colasurdo, voce dell’anima popolare

la lezione viva di un artista controcorrente

Marcello Colasurdo disegno di Antonio Nacarlo
Marcello Colasurdo disegno di Antonio Nacarlo

    Marcello Colasurdo non è soltanto una voce del passato. È un simbolo vivo, attuale, di una Napoli che resiste con arte e identità. Maestro del canto ‘a figliola e del canto a fronna, Colasurdo ha saputo trasformare la tradizione in uno strumento di lotta e consapevolezza. La sua storia personale e artistica parla ancora oggi a chi cerca un’alternativa all’omologazione culturale.

    Nel documentario La canzone di Marcello di Salvatore Piscicelli, l’artista si racconta senza filtri.

    Nato nel 1955 a Campobasso per una casualità della vita – la madre era lì per la raccolta delle olive – viene affidato alla storica Casa dell’Annunziata di Napoli. Un’infanzia segnata dalla mancanza materna, ma anche il periodo in cui nascono due passioni fondamentali: il canto e la devozione alla Mamma Schiavona.Tornato dalla madre a 15 anni, inizia a confrontarsi con le difficoltà della vita quotidiana in una Pomigliano d’Arco in trasformazione. Il passaggio da un’economia agricola alla fabbrica si fa sentire: la realtà dell’Alfasud, dove lavora come addetto alle pulizie, diventa un crocevia. Lì incontra gli operai-artisti del gruppo ‘E Zezi.Con ‘E Zezi, Colasurdo dà voce a un progetto di riscatto sociale. La musica popolare diventa strumento politico: tammorre, nacchere e testi in dialetto per denunciare le condizioni dei lavoratori.

    La sua voce, potente e vibrante, è lo stendardo di questo movimento culturale.

    Nascono brani memorabili come ‘O Vesuvio e Auciello do mio posa ‘e sorde.La sua forza scenica lo rende unico: un performer tra lo sciamano e l’indie, capace di ipnotizzare il pubblico. Collaborazioni prestigiose lo consacrano a livello internazionale: Federico Fellini, Mario Martone, Roberto De Simone e musicisti come Peter Gabriel, che lo coinvolge nei festival Womad, portandolo alla ribalta mondiale.Marcello Colasurdo ha sempre scelto di stare dalla parte degli ultimi. Lo testimoniano le collaborazioni con Modena City Ramblers, Almamegretta, 99 Posse e Daniele Sepe. La sua voce attraversa i movimenti, dando corpo a un linguaggio musicale sempre più contaminato e militante.

    Nonostante il successo, Colasurdo non si è mai arricchito.

    Anzi, nel 2023 il sindaco di Pomigliano ha richiesto per lui l’accesso alla legge Bacchelli, destinata agli artisti in difficoltà economica. Un gesto che rivela quanto la sua vita sia stata coerente con i suoi ideali: l’arte prima del profitto.

    Oggi il suo esempio resta attuale.

    In un mondo dove la cultura rischia di diventare intrattenimento vuoto, Marcello Colasurdo rappresenta una via alternativa. Una voce fuori dal coro, capace di unire radici e ribellione, tradizione e innovazione.Il suo canto continua, nelle strade, nelle feste popolari, nelle nuove generazioni che lo ascoltano e lo reinterpretano. Marcello Colasurdo è vivo nelle tammorre che ancora battono, nei cori che si alzano contro l’indifferenza.

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